Lo schiaffo della settimana #99

Scenario: 1967, porto di Sausalito – California, caldo ma piacevole tardo pomeriggio di giugno; un ragazzone di colore con la camicia aperta e i pantaloni corti è pigramente appoggiato al bordo di una bella barca ormeggiata e sta scrivendo su un taccuino. Ogni tanto il ragazzone, che si chiama Otis “The Big O” Ray Redding Jr., alza lo sguardo in cerca di qualcosa… poi si ributta sul foglio fino a quando, con un bel sospiro, esclama: «Finita!».

Mr. Redding è già famoso ed è in viaggio per promuovere il suo ultimo LP Kings & Queens; il tour ha molto successo e dura fino ad autunno inoltrato. Nel dicembre dello stesso anno si unisce al chitarrista e produttore Steve Cropper per mettere su nastro tutto il materiale che ha prodotto durate il tour appena concluso e insieme completano musica e testi di un bel po’ di brani, inclusa la meravigliosa The dock of the bay, concepita e terminata proprio quel pomeriggio nel porto di Sausalito. La canzone viene incisa tra il 6 e il 7 dicembre e le registrazioni continuano di buona lena fino a interrompersi bruscamente il 10 dello stesso mese, quando l’aereo su cui viaggiava Otis precipita nei pressi del lago Monona, poco fuori Madison nel Winsconsin… Otis Redding muore tragicamente sul colpo a soli 26 anni, senza mai sapere dell’enorme successo che avrebbe avuto il suo capolavoro.

Rolling Stone la posiziona al 26° posto della classifica delle più belle canzoni della storia, personalmente come minimo una decina di posizioni più su.

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