Il fantasma dell’Olympic (e forse del Titanic)

Vista la piega “marittima” che ha preso il blog con l’ultimo articolo di Mauro, vorrei rilanciare con qualcosa a tema. Se si parla di grandi navi storiche, non c’è persona al mondo credo la cui mente non vada almeno per un attimo alla più famosa di tutte: il Titanic. È quasi un’equazione elementare, d’altronde bisogna dire che col passare del tempo il leggendario transatlantico non ha perso nulla del suo inesauribile fascino.

Grazie al cielo questo articolo non tratterà l’argomento Titanic, ma si limiterà a toccarlo di striscio. Vi posso assicurare che i danni possono comunque essere notevoli, come una volta un iceberg ha già dimostrato.

Un po’ di storia: la RMS Olympic fu la prima di un trio di navi gemelle costruite tra il 1908 e il 1915 dalla compagnia di navigazione britannica White Star Line. Le altre due furono la RMS Titanic e la RMS (poi HMHS) Britannic. Diciamo subito che né Titanic, né Britannic ebbero lunga vita, essendo la prima naufragata durante il viaggio inaugurale e la seconda, convertita in nave ospedale durante la prima guerra mondiale, affondata a nemmeno un anno dall’entrata in servizio dopo aver urtato una mina subacquea. L’unica sopravvissuta rimase l’Olympic, che venne dismessa e smantellata a metà degli anni ’30.

L’Olympic (sulla sinistra) e il Titanic (sulla destra) fotografati a Belfast

Pur avendo ognuna la sua peculiarità, è indubbio che la scena l’abbia sempre rubata la sorella di mezzo, verso la quale l’interesse del pubblico è sempre stato maggiore; interesse che dopo 108 anni è ancora più vivo che mai. Storici e appassionati tuttavia non hanno sempre avuto vita facile nel ricostruire l’aspetto degli ambienti interni del Titanic, in quanto il materiale fotografico a disposizione scarseggia. In quest’operazione giunge però in aiuto l’Olympic. Si sa infatti che le due navi erano grossomodo identiche, basti pensare che spesso foto e filmati che si ritengono essere del Titanic, ritraggono in realtà l’Olympic. Qui di seguito alcuni tra gli esempi più famosi.

Ciò che davvero differenziava il Titanic era il lusso nettamente superiore dei suoi arredi. Per farci un’idea leggiamo le parole di Charless Burgess, panettiere che per la White Star Line lavorò a bordo di Olympic e Titanic e per la Cunard Line (la principale compagnia concorrente) a bordo di Majestic, Mauretania e Queen Elisabeth:

«Era come l’Olympic, sì, ma molto più lussuosa. Prendete per esempio la sala da pranzo: l’Olympic non aveva nemmeno un tappeto, mentre sul Titanic si affondava fino alle ginocchia. E i mobili: così pesanti che si potevano sollevare a fatica. E i rivestimenti… Potranno costruire delle navi più grandi e più veloci, ma difficilmente saranno altrettanto curate. Era bella, era una magnifica nave.»

– Tratto da “Titanic: la vera storia”, di Walter Lord

Questa testimonianza sottolinea che la sorella maggiore può essere utilizzata come riferimento, una base da cui partire per potersi fare un’idea, ma il lavoro è ancora arduo. Inoltre, anche dando per certo che alcuni dettagli fossero uguali sulle due navi, questo prezioso materiale ha un problema di fondo: è tutto in bianco e nero. Come si fa se si vuole risalire al colore originale? Molto semplice, si organizza una spedizione al relitto del Titanic e attraverso mini sottomarini telecomandati e dotati di videocamere ci si addentra nelle viscere del transatlantico, sperando che i dettagli che cerchiamo non siano nel frattempo stati erosi dai batteri. A parte gli scherzi, questa è un’ottima soluzione, ma pur restando a terra c’è qualcosa di molto più pratico. Ci si reca cioè al White Swan Hotel di Alnwick, una piccola cittadina nel nord dell’Inghilterra.

Quando tra il 1935 e il 1937 la RMS Olympic venne smantellata, il proprietario del White Swan di allora, tale Algernon Smart, ebbe la folle intuizione di comprare parte degli interni e di integrarli nei lavori di rinnovamento dell’edificio. Abbiamo così numerosi pannelli di quercia che rivestono le pareti, tutti provenienti dalla lounge di prima classe decorata in stile Luigi XV, finestre con vetrate, un soffitto, diversi specchi, un camino di marmo e parte della scalinata di poppa, del tutto simile, anche se di dimensioni più contenute, a quella del Titanic. Infine, entrando al White Swan Hotel si attraversano porte girevoli che altro non sono che l’ingresso al ristorante di prima classe.

Questo tipo di porta non era presente nel ristorante del Titanic, in quanto i ponti superiori del Titanic avevano maggiori porzioni coperte e le porte girevoli, utili a non fare entrare la brezza marina nel ristorante, non servivano. L’aspetto più emozionante però è che le stesse maestranze realizzarono gli ambienti più lussuosi di entrambe le navi, utilizzando gli stessi materiali e seguendo i medesimi progetti. Ecco perché l’hotel di Alnwick è una chicca in infusione per gli studiosi dei due transatlantici e una gioia per gli occhi se si vuole respirare l’atmosfera di un viaggio per mare durante la Belle Époque. Il fantasma dell’Olympic vive sicuramente qui e forse anche quello della sua sorella più sfortunata.

Se questa mania di prendere parti di navi ormai in disservizio per arredarci altre cose vi turba tanto quanto turba il sottoscritto, vi consiglio di non leggere questo articolo: Le porte del Normandie.

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