Il Demone del blues

Avere scritto di Chuck Berry (qui), con annessi e connessi, mi ha riportato alla mente un episodio soprannaturale accadutomi qualche anno fa. Mi trovavo con un paio di amici al Milano Guitars and Beyond, la fiera dedicata al mondo delle chitarre che si tiene un paio di volte l’anno a Novegro, alle porte di Milano (qui il sito internet della manifestazione). Tutto stava filando liscio, avevamo passato il pomeriggio curiosando tra gli strumenti esposti senza trovare, a onor del vero, niente di particolarmente entusiasmante… niente per cui stracciarsi le vesti, per intenderci. Stolti! Mai abbassare la guardia! Una lezione che avremmo imparato sulla nostra pelle molto presto.

Con l’approssimarsi dell’orario di chiusura stavamo dando un’occhiata distratta agli ultimi stand prima di avviarci verso l’uscita ed è stato in quel momento che uno di noi ha notato una chitarra particolare. Vicino a un piccolo banchetto c’era una Gibson ES 135 rossa, se ne stava lì ferma e zitta, quasi fosse incustodita. Il mio amico non ha perso tempo, l’ha presa e ha iniziato a provarla, ed è stato proprio allora dietro di lui si è materializzato il proprietario. Un signore sulla settantina, forse qualcosina in più, con un cappello della Gibson calcato sulla testa e, soprattutto, l’aria di chi ne ha viste – e suonate – parecchie. È trascorso un istante interminabile prima che rivolgesse la fatidica domanda, pronunciata come una formula esoterica: “posso?”

Non abbiamo avuto scampo. In men che non si dica ha imbracciato lo strumento magico e ha iniziato a esibirsi in scale blues da torcerci le budella e pettinarci tutti con la riga da una parte. Eravamo pietrificati mentre lo ascoltavamo descrivere per filo e per segno, dal punto di vista tecnico e teorico, quello che stava suonando. Sono anche riuscito a scattargli una foto, temendo però di riuscire a catturare solo lo sgabello e la chitarra, mentre lui non vi potesse apparire come succede con i vampiri. Dopodiché tutto è finito. Non ricordo quanto tempo sia durata la lezione, probabilmente non molto, un po’ come i temporali estivi, ma l’effetto è stato sconvolgente. Mestamente abbiamo salutato e siamo tornati a casa con gli occhi spiritati: avevamo incontrato il Demone del blues.

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